Stangata Imu sulle seconde case, le reazioni politiche

TERAMO –  Non c’è ancora un Regolamento ufficiale sulla famigerata Imu e le riunioni a Palazzo di città non sono certo terminate. L’orientamento espresso ieri dalla maggioranza, nel corso di due incontri-fiume, che hanno lasciato anche qualche “scontento”, attira già commenti e polemiche. L’elemento su cui si concentra l’attenzione è quello che più caratterizza la scelta della maggioranza: l’aumento dell’Imu, fino al massimo consentito, sulla seconda casa.

IL PUNTO DI VISTA DELLA MAGGIORANZA

Per il capogruppo della lista civica “Al centro per Teramo” Roberto Canzio si tratta di «una scelta presa non certo alla leggera, nata dalla volontà di tutelare le fasce più deboli, non solo attraverso l’esenzione per gli over 65 con un reddito inferiore a 15 mila euro e le altre detrazioni previste, ma anche attraverso la decisione di non intaccare scuola e sociale». Canzio sottolinea anche la necessità di operare «tagli strutturali» e consistenti, ad esempio esternalizzando la gestione degli impianti sportivi che costa al Comune 900 mila euro l’anno e di inserire nel Bilancio incentivi concreti alle aziende che creano lavoro. La capogruppo del Pdl Valeria Misticoni sottolinea che si è trattato di una «scelta delicatissima, e ancora non definitiva, su cui si sta ancora discutendo, ma che sicuramente fa male: chi ha la seconda casa di certo non può essere considerato ricco, tuttavia era necessario dare un segnale alle fasce più deboli e cercare di non tagliare i servizi sociali». Il capogruppo dell’Udc e assessore al Bilancio Alfonso Di sabatino Martina ha preferito invece non commentare.

LE POLEMICHE DELLA MINORANZA

Il capogruppo del Pd Giovanni Cavallari contesta la scelta di applicare l’aliquota massima sulla seconda casa. «E’ l’ennesima contraddizione – afferma – di questa amministrazione di centrodestra, che prima afferma di voler partecipare alla manifestazione nazionale contro l’Imu e poi applica la sressa imposta contestata scegliendo l’aliquota massima sulle seconde case». Sui tagli da effettuare, Cavallari suggerisce di partire dalle spese per i componenti del nucleo di valutazione dei dirigenti. Anche Sandro Santacroce (Rifondazione comunista) attacca la maggioranza. «L’amministrazione deve smetterla con questo vittimismo – sostiene – questi sono gli effetti delle scelte di un Governo che loro stessi appoggiano. Siamo arrivati ad una tassazione esasperata che incide su un’economia locale già al tracollo, e non è certo con i tagli ragionieristici che si aiutano i cittadini esasperati anche dagli errori di questa amministrazione che ci stanno costando caro: un esempio recente è il rimborso chiesto per un esproprio sbagliato alla Gammarana: ben 600 mila euro». Siriano Cordoni (Idv), pur trovandosi in accordo, in linea di massima, con l’idea di far pagare chi ha di più ed esentare le fasce più deboli, pone l’accento sulla mancanza di coerenza. «Nonostante i buoni propositi espressi dal sindaco Maurizio Brucchi e dal suo vice Alfonso Di Sabatino Martina, di fatto la tassazione locale è aumentata in maniera esponenziale, e si continuano a spendere soldi per progetti faraonici, come la rotonda di via Arno che è costata 3 milioni di euro. Sarebbe invece il caso di sostenere la microeconomia, lasciando da parte le maxi opere e dando la possibilità di lavorare anche ai più piccoli».